Mindfulness e Meditazione Consapevole

Woman practicing yoga with hair blowing in wind on dockMolti di noi praticono lo yoga per incrementare la forza muscolare e la flessibilità. Ma può essere anche uno strumento di riabilitazione, come nel caso di soldati feriti e reduci di guerra seguiti da insegnanti di yoga che praticano una tecnica basata sulla “mindfulness”.

La Mindfulness, o Meditazione consapevole, secondo una nuova ricerca può aiutare i veterani di guerra ad alleviare i disturbi post-traumatici da stress. La Mindfulness consiste in una modalità di prestare attenzione, momento per momento, nell’hic et nunc, intenzionalmente e in modo non giudicante, al fine di risolvere o prevenire la sofferenza interiore e raggiungere un’accettazione di sé. Ciò si raggiunge attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza fatta di sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni.

La ricerca, pubblicata sulla rivista “La depressione e l’ansia”, dimostra che seguendo un programma di trattamento di terapia cognitiva di otto settimane basato sulla mindfulness si riduce il DPTS (Disturbo post-traumatico da stress) e si allevia progressivamente la gravità dei sintomi.

Il ricercatore Anthony P. King, professore assistente di ricerca presso il dipartimento di psichiatria presso l’Università del Michigan, ha dichiarato che: “Tecniche di consapevolezza sembrano portare a una riduzione dei sintomi e potrebbero rappresentare un nuovo approccio terapeutico potenzialmente efficace per il DPTS ed altri disturbi conseguenti eventi traumatici.”

Lo studio ha incluso pazienti con DPTS forniti da una clinica ambulatoriale. Alcuni di loro sono stati messi in un gruppo che ha seguito il programma di otto settimane di terapia cognitiva basata sulla mindfulness, mentre gli altri hanno ricevuto il classico trattamento per la DPTS. Sono stati valutati i sintomi nei due gruppi prima e dopo i regimi di trattamento di otto settimane. Il gruppo che ha seguito la terapia basata sulla mindfulness, che includeva la meditazione e lo sviluppo della consapevolezza su emozioni e respiro, “la scansione del corpo” concentrando l’attenzione su singole parti del corpo, ed il mangiare in consapevolezza, ha avuto i migliori risultati, con un alleviamento dei sintomi da DPTS del 73 per cento, contro il 33 per cento registrato dal secondo gruppo.Negli ultimi trent’anni numerose ricerche hanno evidenziato l’efficacia clinica della meditazione e delle prospettive basate sulla mindfulness, sia nei confronti di patologie psichiatriche (depressione, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, abuso di sostanze, disturbo borderline, etc.) che di disturbi di tipo medico (oncologia, psoriasi, dolore cronico) permettendo lo sviluppo di protocolli e modelli terapeutici validati di provata efficacia tra i quali la Mindfulness-Based Stress Reduction, la Mindfulness-Based Cognitive Therapy, la Dialectical Behaviour Therapy, l’Acceptance and Commitment Therapy e la Compassion Focused Therapy. Come avrete capito il termine mindfulness è un tentativo  – di definire scientificamente una pratica e poi uno stato interiore che sono sempre stati presenti nei differenti percorsi esoterici e spirituali sia occidentali che orientali.

 

fr_130_size640

La spiritualità come uno degli agenti del nostro benessere psicologico.

Lo studio empirico della relazione tra mindfulness e spiritualità è relativamente recente nell’ambito delle letteratura internazionale (Baer, 2010). In realtà occuparsi della spiritualità può rivelarsi di fondamentale importanza: 1) in riferimento all’ambito mindfulness in sé e per sé, perchè, ad esempio, molto spesso i partecipanti ai protocolli si considerano religiosi, spirituali, o entrambi, o nessuna delle due, o ancora hanno tra loro credi differenti, e tutto questo può avere delle implicazioni durante gli interventi, soprattutto se il focus della meditazione è su aspetti connessi proprio alla spiritualità; 2) in riferimento all’ambito clinico in generale, non solo per comprendere meglio gli strumenti a nostra disposizione, ma anche per conoscere più a fondo ciò che determina il benessere psicofisico, e quindi poter agire più consapevolmente sia in un’ottica terapeutica che di prevenzione e promozione.

 

Facebooktwitter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *